MONUMENTO ALLA TABACCHINA (2007)

Nel 2007 proposi all'allora sindaco Fernanda Cecchini di indire un concorso nazionale di idee per la realizzazione di un monumento alla tabacchina. a seguito dell'interesse dimostrato. sia dal sindaco che dalla cittadinanza scrissi le righe che seguono sotto. Oggi, nel 100° anniversario della fondazione della FAT (Fattoria Autonoma Tabacchi), rilancio quell'idea. segue l'articolo.

Molte città erigono monumenti a personaggi illustri che hanno avuto meriti nelle arti, nella storia, nelle scienze o in altri campi. Tutto ciò è importante.

Dal mio modesto punto di vista vorrei che si rendesse omaggio a una figura di donna che ha reso possibile, col quotidiano sacrificio nel lavoro e nella famiglia, la realizzazione di quello che siamo oggi:  una società civile ed emancipata.

Sto parlando della Tabacchina.

Quasi tutti gli abitanti dell’Alta Valle del Tevere hanno avuto in passato nella propria famiglia almeno una parente che ha lavorato in questo settore, e ha emancipato la donna dal mero ruolo di casalinga. Anche a caro prezzo.

Molti ricordano ancora il suono della sirena che scandiva gli orari di lavoro delle tabacchine, o la polvere della lignite che era scaricata nei sotterranei degli essiccatoi (<<donne non stendete i panni domani che arriva la lignite, sennò  vi diventano tutti neri!>>). Carbon-fossile che bruciava ed essiccava le foglie di tabacco. O il fiume di donne che usciva dallo scalone dei capannoni. Chiuse nelle loro divise, tutte uguali, in giorni tutti uguali.

Il lavoro al “tropicale” (un tipo di tabacco) era quanto di più massacrante si poteva immaginare: ore e ore chine sotto le serre di garza bianca, calde e umide, a curare le piantine che poi sarebbero finite nei chilometrici solchi dei campi assolati, delle torride estati altotiberine. Ancora lunghe file di donne al lavoro.

Oggi la memoria della fatica, nella società del “gratta-e-vinci”, non va di moda. Ricordare il lavoro duro e i sacrifici a cui si sono sottoposte generazioni di lavoratrici (e di lavoratori) per arrivare ad avere una casa, o per mantenere un figlio agli studi credo sia importante. Queste sono alcune delle ragioni per cui credo sia giusto fare un omaggio da parte della città a questa figura.

Ho proposto quindi al Sindaco di indire un concorso nazionale per la realizzazione di un monumento alla Tabacchina.

Nel recente passato si sono demoliti vecchi opifici che portavano i segni del lavoro, quasi ci si dovesse vergognare di quel passato. Penso, ad esempio, alla vecchia fornace e alla sua alta ciminiera appena fuori le mura del Torrione di San Giacomo. Spero non faccia la stessa fine quello che resta della fornace di mattoni di Riosecco.

Il Maestro Burri ha voluto proprio usare dei vecchi capannoni in disarmo della manifattura tabacchi per raccogliere parte della sua opera.

Questo, credo sia un segno importante: riqualificare gli spazi esistenti, laddove possibile, è un modo per salvaguardare la memoria per guardare avanti con consapevolezza.

In questi anni si è molto parlato della riqualificazione dell’area ex-FAT. Personalmente credo che un luogo così centrale della città, con emergenze architettoniche tra le più significative dell’intera Umbria, (basti solo pensare alla Pinacoteca Comunale), e in cui sono stati rinvenuti importanti resti archeologici, possa diventare il fulcro di un nuovo sviluppo della vita tifernate.

Il luogo è forse il più adatto alla realizzazione di questo monumento, anche per la possibilità di reperire fondi dal contratto di quartiere.

“Monumento“ non significa necessariamente “statua”, sarà interessante vedere come verrà interpretato il soggetto dalle varie sensibilità degli artisti che vi parteciperanno.

Una commissione, formata da personaggi del mondo culturale nazionale, dovrà scegliere il soggetto da realizzare tra le proposte che gli artisti che parteciperanno a questo concorso proporranno. Occorrerà tenere conto anche del parere che la gente potrà esprimere, magari durante il corso di una mostra dei bozzetti (per esempio attraverso un voto espresso su delle cartoline).

Scrivo queste note quando ancora non è stato definito nulla di come l’Amministrazione Comunale voglia impostare il discorso.

Il Sindaco ha comunque espresso parere favorevole sulla necessità di fare qualcosa in tal senso.

Città di Castello avrà un  monumento ad un personaggio anonimo, ma che rappresenta un po’ tutti, o quantomeno il meglio dell’animo della gente tifernate? Vedremo... Speriamo.

Marco Baldicchi

 P.S. Alla fine non se n'è fatto nulla. E' stato dato un incarico senza consultare nessuno a qualcuno per fare un 'monumento' che non rappresenta né chi l'ha fatto, né niente che riguardi la città. Si è persa così un'occasione, l'ennesima, per far fare a Città di Castello un piccolo passo avanti, trincerandosi dietro regolamenti comunali che permettono di by-passare ogni tipo di concorso di idee e scaricando le responsabilità su altri uffici. Poteva vincere l'idea migliore, di chiunque essa fosse, ma così non è stato. A Torino è stato fatto il monumento alla lavoratrice della Superga, con lo stesso criterio mio, tanto per fare un esempio.

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