il campanile rotondo di S. Michele Arcangelo |
Articolo comparso su "Pagine Altotiberine"
Entrando dalla porta della canonica della chiesa di San Michele Arcangelo (toponimo di origine longobarda), nel rione San Giacomo di Città di Castello, ci si trova dinnanzi a una parete curvilinea realizzata in conci di pietra serena non troppo regolari, dalla quale una lesena di conci ben squadrati sporge alcuni centimetri rispetto al basso zoccolo di base della parete. Girando intorno alla parete si entra in una stanza dove notiamo la prosecuzione della stessa e sulla quale si apre una stretta porta sormontata da una grossa architrave e da un piccolo arco a sesto acuto formati da blocchi ben squadrati di pietra: ci troviamo alla base di un antico campanile cilindrico che a giudicare dalla sua struttura doveva trovarsi in origine staccato dal corpo della chiesa, come quello della Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio del resto, e di dimensione simile. Come per la quasi totalità dei monumenti e opere d’arte di Castello non ci sono studi o pubblicazioni specifici ed esaurienti su di esso (cito un caso su tutti: sul Paliotto del Duomo non c’è praticamente niente). Gli unici studi che abbiamo li dobbiamo alle tesi di laurea di studenti che per passione o sorte hanno affrontato questi argomenti; vorrei citare l’importante tesi di Giovanna Mariucci su Badia Petroja che getta una nuova luce sull’importante monumento e che meriterebbe di essere pubblicata per rendere giustizia ad un pezzo di storia altotiberina. La conoscenza di questa tesi potrebbe essere di grande aiuto a quanti in questi giorni stanno lavorando alla Badia per conto della Sovrintendenza. Salendo ai piani superiori notiamo che alcune stanze della canonica sono ricavate all’interno della struttura del campanile, il quale finisce all’esterno sopra i tetti, ma è visibile nella sua struttura cilindrica solo dall’interno dell’orto della chiesa e da via Sant’Andrea. Anche se resta solo la base, quello della Badia di San Veriano (sopra Molin Nuovo in direzione di Arezzo) sembra quello più simile al “nostro”. L’epoca di costruzione non ci è data sapere, possiamo solo riferirci all’aspetto e fare alcune ipotesi che ci riportano al XI-XII° secolo; interessante da questo punto di vista è la stanza a base quadrata le cui pareti terminano con archi a sesto acuto che immette nella chiesa di San Michele, nella quale si notano sotto l’intonaco tracce di affreschi. Le costruzioni a base circolare erano piuttosto frequenti nella nostra zona. Alcuni esempi: la cripta di Santa Felicita di Paterna, La Rotonda di Città di Castello nell’omonima via, il campanile del Duomo, e le altre gia citate. |